In apertura
della pagina inseriamo il canale di you-tube dell'Ente, con in
primo piano LA STORIA DI LAMAR https://www.youtube.com/watch?v=63dx4YU6bHM
***
L'ODISSEA DI ULISSE, IL CUCCIOLO DI LUPO
http://www.centrotutelafauna.org/appr/L%27ODISSEA_DI_ULISSE%2C_IL_CUCCIOLO_DI_LUPO.xhtml
In data lunedì 23 maggio 2016,
il Wolf Apennine Center è stato avvisato tramite terzi
del recupero di un presunto cucciolo di lupo di pochi giorni,
trovato nel pomeriggio della domenica da tre escursionisti sul
crinale al confine tra Romagna e Toscana. I tre escursionisti
inizialmente hanno lasciato il cucciolo dove era, consapevoli
che la madre potesse essere nei dintorni, ma ripassando per lo
stesso tratto di sentiero due ore più tardi il cucciolo
si trovava ancora lì; temendo che fosse in difficoltà
lo hanno dunque portato a valle, per poi allertare il Corpo Forestale
dello Stato al numero 1515, il quale ha consigliato loro di conferire
l’animale al Centro di Recupero Animali Selvatici più
vicino, cioè a quello gestito dall'Associazione Amici degli
Animali di Russi (RA).
Il WAC ha dunque ritenuto necessario darncene tempestiva comunicazione
in virtù della consolidata collaborazione; informato anche
il Corpo Forestale dello Stato, la Provincia di Forlì -
Cesena e ISPRA, abbiamo recuperato il cucciolo nel primo pomeriggio
di lunedì. Il nostro staff si è adoperato per allattarlo
e custodirlo mentre i tecnici del WAC, dopo diversi passaggi,
sono riusciti a risalire ai tre escursionisti al fine di identificare
il luogo esatto del ritrovamento e tentare quindi, il prima possibile,
la reimmissione del cucciolo in natura.
Il pomeriggio del 24 maggio 2016, in continuo contatto con Ispra,
il Centro Monte Adone e il WAC hanno messo in moto la macchina
operativa, riportando il cucciolo esattamente dove era stato raccolto
anche grazie alla piena collaborazione di chi appunto lo aveva
trovato. Anche dal punto di vista logistico l’operazione
è stata piuttosto complessa, l’area del ritrovamento
infatti era in un luogo impervio e raggiungibile solo con diverse
ore di cammino.
Nel tentativo di valutare la presenza del branco nella zona, sono
state effettuate alcune emissioni di wolf-howling e poi posizionate
alcune fototrappole per documentare l’eventuale passaggio
di lupi e l’auspicato, seppur difficile, ricongiungimento.
Si è trattato di fatti di un tentativo estremo, essendo
ormai trascorsi almeno due giorni dalla separazione del cucciolo
dalla madre. Purtroppo nella mattinata del 25 maggio 2016, al
controllo del sito di reinserimento, il cucciolo si trovava ancora
lì ed è stato dunque definitivamente recuperato.
L’ipotesi più plausibile è che la madre stesse
trasferendo i cuccioli da una tana ad un nuovo sito e spaventandosi
abbia lasciato per alcune ore il cucciolo lungo il sentiero. Un
intervento più tempestivo, da effettuarsi entro la domenica
sera, avrebbe sicuramente lasciato al cucciolo più possibilità
di riunirsi al branco ed essere ritrovato dalla madre, che nelle
prime ore della sera è probabilmente tornata per recuperare
il piccolo, ovviamente non trovandolo più. In considerazione
del fatto che non sono stati trovati segni di presenza recenti
riconducibili a lupi adulti, a distanza di così tante ore
dal prelievo in natura del cucciolo con ancora gli occhi chiusi,
la scelta è stata dunque quella di non fare ulteriori tentativi
che avrebbero messo definitivamente a rischio la vita dell’animale.
Allo stesso tempo questa storia lascia l’amaro in bocca
sia a tutto il nostro staff che a quello del Wolf Apennine Center
poiché il cucciolo, ribattezzato Ulisse, è destinato
inevitabilmente alla cattività.
Il ritrovamento di un cucciolo come Ulisse, insegna ancora una
volta che i piccoli di fauna selvatica, anche quando apparentemente
in difficoltà ad occhi inesperti, spesso stanno solo aspettando
la madre e non vanno toccati né spostati, pena compromettere
per sempre il loro ritorno in natura.
***
Sicuramente i tecnici
del settore hanno pienamente ragione sul fatto che non bisogna
allarmarsi più del necessario allorquando ci si imbatte
in una Vita che, altrettanto sicuramente, senza l’aiuto
di un adulto, non ha molte ore a disposizione.
Però, non aver trovato tracce di passaggi nell’immediato
presente (anche solo un giorno), non fa pensare che: il cucciolo
sia stato trovato lì perché, ‘’certamente
la Mamma stava trasportando i Preziosi in altro luogo’’,
ma che poi ‘’forse’’ ha avuto un incontro
ravvicinato con il Maligno uomo, e che quindi non era più
nella possibilità di tornare? …non potendo tornare
il Piccolo era spacciato!
Se non c’erano tracce che facessero pensare ad un passaggio
di Lupi, mi chiedo, come è possibile che una cucciolata
stesse lì? Per quanta strada possono essere trasportati
i cuccioli quando la Mamma sente puzza di uomo?
L’unica certezza che abbiamo è che Ulisse sopravvive.
E siccome il Selvaggio mondo, non è proprio una passeggiata
di salute, spero vivamente che Ulisse possa vivere la sua vita
in un bel recinto grande, insieme a suoi consimili, casomai una
bella femmina; sterilizzandoli, possono tranquillamente vivere
felici. L’importante è non lasciarli soli, perché
‘’a gran voce da anni dico – SONO ANIMALI SOCIALI,
NON POSSONO VIVERE L’ISOLAMENTO!!!’’
Spesso sento dire o leggo: non possono riprodursi per questo vivono
la solitudine. A maggior ragione sterilizzate e date loro la possibilità
di vivere insieme.
***
Dopo anni sembra
che le nostre preghiere ‘’vocalizzalizzate un po'
ovunque, scritte e consegnate’’ siano arrivate dove
è possibile prendere delle decisioni.
La Ibrida di
Lupo ‘’Alberta’’ avrà compagnia!!!
ALBERTA, LA LUPA IBRIDA DI ISERNIA INIZIA
LA SUA NUOVA VITA A MONTE ADONE
http://www.centrotutelafauna.org/appr/ALBERTA%2C_LA_LUPA_IBRIDA_DI_ISERNIA_INIZIA_LA_SUA_NUOVA_VITA_A_MONTE_ADONE.xhtml
Finalmente nel primo pomeriggio del 31
maggio 2016, Alberta, la giovane lupa ibrida che era
detenuta da 15 mesi al canile di Isernia, è stata trasferita
presso il nostro Centro.
Con le immagini di Alberta che esplora incredula il suo nuovo
recinto di ambientamento, ci teniamo a ringraziare tutti coloro
che, a diverso titolo, hanno avuto un ruolo attivo in questa triste
e complessa vicenda; sono trascorsi 15 mesi dall’ultima
volta in cui Alberta ha potuto sentire la terra sotto le zampe
e ha potuto annusare l’erba. 15 mesi interminabili per un
animale che porta con sé parte del patrimonio genetico
del cane, ma che non fa di lei un animale domestico.
Messi a conoscenza a fine aprile di questa articolata vicenda
dall’opinione pubblica, abbiamo dato la nostra disponibilità
ad accogliere l’esemplare all’inizio di maggio; in
seguito, il Presidente della Provincia di Isernia, il Presidente
e l’Assessore all'Ambiente della Regione Molise, in collaborazione
con l’ASREM, si sono attivati in tempi rapidi affinché
l’animale venisse trasferito il prima possibile e la Regione
Molise, a seguito del parere di ISPRA, oltre ad aver scelto e
nulla ostato per il trasferimento presso il nostro Centro, si
è formalmente impegnata a garantire un contributo forfettario
al mantenimento di Alberta.
L’interessamento per Alberta è arrivato da più
fronti, numerose sono state infatti le associazioni animaliste
che si sono mosse per lei, così come privati cittadini
e alcuni esponenti del mondo politico. Riteniamo che la triste
vicenda di questa lupa debba segnare un decisivo cambio di passo
nella complicata questione della gestione degli individui ibridi
in Italia e creare precise procedure affinché non possa
più accadere che un ibrido venga “dimenticato”
in un canile.
Come Centro collaboriamo fattivamente con il Wolf Apennine Center
e riteniamo che un buon esempio di gestione possa essere proprio
l’approccio a questi animali contemplato all’interno
nel Progetto Life M.I.R.CO lupo, un progetto europeo che mira
a ridurre l’impatto del randagismo canino sulla conservazione
del lupo, occupandosi in particolare della gestione degli ibridi
catturati o rinvenuti feriti, prevedendo la loro sterilizzazione
e il rilascio in natura.
Siamo davvero felici di aver offerto questa possibilità
ad Alberta che, nonostante il lungo viaggio, al suo arrivo si
è mostrata molto tranquilla e incuriosita dal nuovo ambiente;
ha annusato tutto il nuovo spazio, non ha tardato molto ad entrare
nella tana scavata nella terra e dalle telecamere di sorveglianza
l’abbiamo vista correre e giocare serena. All’interno
dell’area dedicata alla riabilitazione dei lupi Just Freedom
(completata nell’estate 2014 anche grazie al contributo
di Almo Nature), Alberta è al momento ospitata in un ampio
recinto immerso nel bosco, confinante con un altro spazio che
ospita altri due giovani individui ibridi, Ares e Lara. La socialità
è fondamentale per il benessere dei lupi e, proprio per
questo, dopo un adeguato periodo di adattamento, Alberta sarà
inserita con loro.
***
Ad aprile ho letto
di questa bella Lupetta dentro al canile. Se non ricordo male,
fu una persona che non poteva più vederla in quello stato
psicologico, che diede ‘’l’allarme’’.
Fu una catena di voci su fb ad alzare un bel polverone che una
volta tanto ha dato i suoi frutti!!!
Certo, però è davvero pazzesco credere che nessuno
si sia mai interessato a questo caso prima! Con la stessa velocità
di adesso, anche al tempo che fu, si poteva fare qualcosa.
Da quel che so, non è legale detenere soggetti fino a F5;
Albertas, se non sbaglio è stata classificata addirittura
F2. Chissà perché non si è mai saputo niente
pur se, mi sembra di aver letto, era stata segnalata la cosa?
Per fortuna le chiacchiere stanno a zero e Alberta ora sta meglio,
e presto avrò compagnia!
Sarebbe bello se i tecnici potessero filmare la vita dal video
dell’art in poi; noi comuni mortali potremmo vedere qualcosa
di altamente educativo. Sarebbe bello vedere l’inserimento,
l’approccio, il rinsaldo con un consimile. … sarebbe
bello!
Dalla pagina segnalata
si può accedere anche al link indicato dall'Ente, su come
è avvenuto l'arrivo di Alberta.
***
MIRCO, STORIA DI UN LUPO ...IBRIDO
http://www.centrotutelafauna.org/appr/Mirco,_storia_di_un_lupo...ibrido.xhtml
Martedì, 7 Aprile 2015
Alla fine del mese di febbraio 2015 gli operatori
del Centro Tutela Fauna Monte Adone sono stati contattati da un
privato cittadino per il recupero di un presunto lupo rinvenuto
in difficoltà nelle acque di un canale nel comune di Marzabotto
(BO).
L’animale è stato messo in salvo grazie all’intervento
tempestivo e insostituibile dei Vigili del Fuoco che, insieme
al cittadino, lo hanno tratto al sicuro sulla riva.
Il lupo, stremato e con un’evidente vecchia e profonda ferita
al muso, è stato ricoverato al Centro Monte Adone, all’interno
della struttura Just Freedom realizzata nell'ambito del Progetto
Lupo Monte Adone, grazie alla donazione dell’azienda Almo
Nature e finalizzata alla riabilitazione dei lupi trovati feriti
o in difficoltà.
Ma l’aspetto del lupo, un maschio adulto, molto scuro e
con particolari focature, ha subito colpito gli operatori del
Centro che hanno contattato i tecnici del Wolf Apennine Center,
attualmente impegnati nel progetto Life M.I.R.CO – lupo
("Strategies to minimize the impact of free ranging dogs
on wolf conservation in Italy") un progetto europeo che mira
a ridurre l’impatto del randagismo canino sulla conservazione
del lupo occupandosi in particolare degli ibridi.
Il Progetto, infatti, per i prossimi 5 anni si impegnerà
nella riduzione del numero di ibridi presenti sul territorio attraverso
la loro sterilizzazione, garantendo comunque i normali meccanismi
ormonali degli esemplari operati e il loro rapido ritorno in natura.
L'aspetto di Mirco ha fatto subito ritenere possibile la sua classificazione
come lupo ibrido introgresso ovvero il suo patrimonio genetico
è "inquinato" da una parentela lontana con il
cane domestico; per questo motivo, in virtù anche degli
ottimi rapporti di collaborazione esistenti con il W.A.C., il
lupo Mirco - W1873 - è stato inserito nel Progetto Life
M.I.R.CO – lupo del quale il Parco nazionale dell'Appennino
tosco - emiliano è beneficiario.
L’ibridazione tra lupo e cane porta alla nascita di esemplari
ibridi che a loro volta si incrociano in natura con altri lupi.
Nascono così animali che vengono definiti dalla scienza
lupi “introgressi”, cioè imparentati, in genere
da parte di padre, con il cane domestico e questa anomalia genetica
può riflettersi nelle colorazioni del mantello, non più
tipiche del lupo ma sicuramente di alcune razze di cane.
Al Centro Monte Adone Mirco ha ricevuto le cure e le terapie necessarie
ed è stato sterilizzato grazie ad un breve intervento di
vasectomia.
Attualmente gli esemplari di lupo ibridi e ibridi introgressi
rinvenuti o catturati sul territorio nazionale sono oggetto di
due soluzioni gestionali: da un lato vengono tenuti a vita in
cattività in strutture autorizzate, dall'altro vengono
sterilizzati e rilasciati in natura, come previsto dal Progetto
Life M.I.R.CO, unico al momento in Italia ad optare per questa
scelta garantendo così il ritorno a vita libera degli animali.
Come Centro ci sentiamo di sposare questa seconda soluzione, in
linea con le nostre finalità e a nostro avviso maggiormente
rispettosa del benessere e della natura di questi animali che
a tutti gli effetti si sentono e si comportano come selvatici.
Nel mese di marzo il lupo Mirco è tornato in libertà
dotato di un radiocollare GPS applicato dai tecnici del WAC; il
monitoraggio di Mirco permetterà di approfondire le conoscenze
sull'ibridazione e sulla biologia di questi esemplari.
Esperienze internazionali e le prime esperienze italiane seguite
dal Wolf Apennine Center, hanno dimostrato il normale ritorno
in natura degli esemplari sterilizzati, i quali continuano ad
occupare il proprio posto all'interno del branco e a seguire i
normali ritmi biologici.
L’unica differenza con gli esemplari non sterilizzati risiede
nell’impossibilità di produrre prole fertile a sua
volta portatrice di elementi di origine canina nel proprio DNA.
Ad oggi non ci sono evidenze di comportamenti confidenti nei confronti
dell’uomo rispetto al lupo.
Sul sito, guarda il video sulla storia di
Mirco, dal suo arrivo al Centro alla liberazione!
Sarebbe bello poter
avere un diario sulla vita di questi esemplari per poter vedere
quale è il suo comportamento non solo nei primi attimi
dopo la liberazione, ma anche quelli successivi e di come ritrova
il Branco (se lo ha) e come il Branco lo accoglie.
Curiosità: quando torno a casa dopo una visita medica specialistica,
i miei Cani mi annusano in maniera strana. Sentono su di me un
odore particolare. I più infantili, sono felici a prescindere,
i più diffidenti ci mettono un po’ per realizzare
che sono la stessa persona di sempre. E non sono Lupi o Ibridi
di Lupo… cosa fanno gli altri membri del Branco, o come
reagisce la Natura quando un soggetto ha su di se un odore davvero
molto molto diverso? Non dimentichiamo che la Natura, ha imparato
saggiamente ad evitare l’uomo! Se si comportano così
i miei Cani, come sarà ‘’nel Bosco’’?
***
IL LUPO LEON. UNA NUOVA SFIDA PER IL
CENTRO
http://www.centrotutelafauna.org/appr/IL_LUPO_LEON._UNA_NUOVA_SFIDA_PER_IL_CENTRO.xhtmlVenerdì,
25 Dicembre 2015
Giovedì 3 dicembre 2015 siamo stati contattati
dalla Polizia Provinciale di Imola per il recupero di un lupo
ferito, sulla via Montanara in località Ponticelli.
La Polizia Provinciale, infatti, era stata allertata dal cittadino
che aveva investito l’animale la sera precedente; dopo l’impatto
purtroppo il lupo era fuggito ma, grazie alla segnalazione, la
Polizia Provinciale, coadiuvata da alcune guardie volontarie,
è riuscita a ritrovare il lupo nel campo vicino al luogo
dell’incidente.
Insieme ad uno dei nostri veterinari ci siamo recati sul posto
dove ci attendevano diverse persone, la Polizia Provinciale e
il veterinario dell’Ausl; valutata la situazione, per evitare
ulteriore stress all’animale, abbiamo deciso di intervenire
sedandolo con il fucile narcotizzante.
Nonostante il forte stress, le condizione generali del lupo, un
giovane di quest’anno (circa 8 mesi), erano stabili e dalla
primissima visita effettuata sul posto si sono purtroppo evidenziate
diverse fratture.
Il lupo è stato portato subito al Centro, dove, le radiografie
hanno mostrato tre fratture del bacino e una brutta frattura del
ginocchio della zampa posteriore sinistra. Poiché le condizioni
generali dell’animale erano stabili, insieme ai veterinari
abbiamo deciso che fosse prioritario intervenire sulla frattura
del ginocchio per evitare aggravamenti.
Siamo quindi partiti la sera stessa verso l’Ospedale Veterinario
San Michele dove il lupo è stato sottoposto ad un delicato
intervento ortopedico.
Si è scelto invece di non intervenire sul bacino, poiché
in casi analoghi l’esperienza ci ha insegnato che l’incredibile
capacità di recupero di questi animali li porta a guarire
molto velocemente evitando chirurgie piuttosto invasive.
Tutto è andato bene e sin da subito questo lupo, un grosso
esemplare di 27 kg, ha mostrato una grande tempra… ed è
questo che ci ha fatto decidere di chiamarlo Léon.
Léon è stato ricoverato al Centro all’interno
della nuova area di riabilitazione per i lupi “Just Freedom”,
realizzata nell’estate 2014 anche grazie alla preziosa donazione
di Almo Nature.
Questa prima settimana trascorsa al Centro è stata molto
delicata per lui: sono state stabilite diverse cure e terapie
e per non compromettere l’intervento, grazie alle telecamere
di videosorveglianza, è stato monitorato giorno e notte.
Nonostante un gesso che gli blocca e sostiene l’arto posteriore,
Léon sta accettando di buon grado la cattività e
migliora giorno dopo giorno.
Quella di Léon è una nuova sfida per tutti noi del
Centro che ci stiamo impegnando affinché anche questo lupo
possa tornare quanto prima in libertà.
E la sua storia ci insegna ancora una volta come sia importante
la collaborazione tra enti e cittadini e come sia davvero fondamentale,
oltre che un atto civile e dovuto, fermarsi quando si trova o
se si investe un animale.
Vi terremo aggiornati!
AGGIORNAMENTO DEL 14 DICEMBRE 2015:
Il 14 dicembre è stata una giornata importante per Léon:
è stato fatto il primo controllo radiografico e insieme
ai veterinari abbiamo deciso di togliere il gesso.
Léon ha apprezzato molto questa scelta e - come si può
vedere dall'immagine tratta dalla videocamera di sorveglianza
- si è subito rilassato nel suo box di degenza; questo
lupo ha un'indole piuttosto tranquilla, sta infatti accettando
la cattività senza mostrare particolare segni di stress.
Questo chiaramente è favorito anche dall'isolamento del
luogo in cui sorge la struttura di riabilitazione e dal minimo
contatto con l’uomo che permette agli animali di affrontare
questo periodo per loro così delicato nel massimo della
tranquillità e nel totale rispetto della loro natura selvatica.
Continuate a seguire la storia di Léon!
AGGIORNAMENTO DEL 22 DICEMBRE 2015:
Sono passati 19 giorni dal suo recupero e il lupo Léon
sta migliorando velocemente!
Le immagini parlano da sole... Léon è molto tranquillo
e si gode il riposo forzato "spiato" dalle nostre indiscrete
telecamere di sorveglianza.(Guarda il video su Facebook!)
Come Centro uno degli aspetti a cui poniamo più attenzione
è il benessere degli animali... cerchiamo infatti di far
si che durante la loro degenza anche gli animali selvatici possano
risentire il meno possibile dello stress legato alla cattività
necessaria per le loro cure.....
AGGIORNAMENTO DEL 2 FEBBRAIO 2016:
Le ultime radiografie effettuate l’8 gennaio hanno mostrato
una completa guarigione di tutte le fratture del lupo Léon;
i suoi movimenti in uno spazio più ampio e i suoi comportamenti
schivi ed elusivi tipici della specie hanno fatto comprendere
che era pronto per essere rilasciato, così, in una serata
di metà gennaio, il lupo Léon, dopo poco più
di un mese dal suo soccorso, è tornato libero!
Grazie ad un radiocollare GPS-GSM dotato di meccanismo drop off
(sganciamento automatico), Léon verrà monitorato
dal Wolf Apennine Center, con cui il Centro ha in essere una fattiva
collaborazione; il radiocollare, unito al prezioso lavoro dei
tecnici del Parco, permetterà di seguire gli spostamenti
del lupo, di documentare la sua capacità di reinserirsi
nell’eventuale branco di appartenenza e le eventuali rotte
di dispersione.
Quello di Léon è per il Centro un grande traguardo
che ancora una volta ci parla della straordinaria capacità
di recupero di questi predatori e di come un costante lavoro di
squadra possa portare ad ottenere risultati incredibili.
Sul sito, guarda il video della sua liberazione!
A distanza di alcuni
mesi, cosa si sa di Leon? … un mese in cattività
ha cambiato qualcosa in lui e per lui?
Sarebbe davvero bellissimo sapere che tutto è andato bene
come per l’intervento e che le premure abbaino portare agli
stessi risultati ultra-positivi anche nella re-immissione.
Una sorpresa... è
stato liberato... il 2 febbraio ... 2 mesi nel
Centro, avranno combiato qualcosa per lui? ... Spero che il radiocollare
dia noticìzie sempre positive e che il Centro aggiorni
i lettori sulla vita dei Protetti!
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http://www.centrotutelafauna.org/appr/Storia_della_lupa_Lilith.xhtml
LA STORIA DELLA LUPA LILITH
Si chiama Lilith e la sua storia di incontro con l’uomo
è iniziata il 9 giugno 2013 quando allo
stremo delle forze si è rifugiata nel recinto delle pecore
di un agriturismo sulle colline bolognesi.
L’iniziale preoccupazione dei proprietari è ben presto
divenuta consapevolezza che l’animale, zoppicante e infestato
da numerosissime zecche, era in grande difficoltà e aveva
bisogno del loro aiuto… nonostante fosse un lupo. Per una
volta, infatti, il più temuto dei predatori è diventato
oggetto della compassione di colui che la letteratura vuole da
sempre come suo acerrimo nemico. Intorno alle ore 10 è
stato proprio il pastore che ci ha contattati richiedendo il nostro
intervento.
Dopo aver informato la Polizia Provinciale, ci siamo recati sul
posto. Non appena arrivati le gentilissime persone che ci hanno
accolto e l’agente della Polizia Provinciale ci hanno mostrato
che il lupo era ancora nel recinto e tutto sommato era piuttosto
tranquillo. Non abbiamo faticato molto a catturarlo; con un po’
di pazienza, evitando inutili stress per l’animale, è
bastato avvicinarsi con la gabbia di trasporto e la lupa, dopo
pochi tentativi, con un piccolo aiuto è entrata nella gabbia
senza opporsi.
Durante il viaggio verso il Centro Lilith, una giovane femmina
di circa 2-3 anni, si è acciambellata stremata e si è
addormenta.
Nonostante il bellissimo e folto pelo nascondesse in parte l’estrema
magrezza e la forte disidratazione, dopo la prima visita e le
prime indagini, i veterinari hanno potuto accertare che le sue
condizioni erano piuttosto gravi.
Le analisi e gli esami hanno infatti rivelato, oltre ad una importante
anemia e un’alterazione di alcuni altri parametri ematici,
la positività ad una delle principali malattie da zecche.
Le radiografie invece, hanno purtroppo mostrato uno schiacciamento
di due vertebre toraciche e tre recenti fratture del bacino molto
probabilmente riconducibili ad un investimento da parte di un’automobile.
Dalle radiografie si è potuto inoltre riscontrare la presenza
di un pallino di piombo di piccolo calibro, a raccontarci ancora
un tentativo di bracconaggio compiuto nei confronti di un lupo
che questa volta però è stato più veloce
o forse solo un po’ più fortunato.
La lupa, grazie alle cure e alle terapie, già durante le
prime due settimane dal soccorso ha mostrato buoni segni di ripresa
e i veterinari non hanno ritenuto opportuno intervenire chirurgicamente
sulle fratture del bacino.
I contatti con l’uomo sono stati ridotti al minimo necessario
per le cure e l’animale è stato costantemente monitorato
da una telecamera interna alla struttura di accoglienza.
Dopo aver inviato un campione ematico al laboratorio di genetica
dell’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e
la Ricerca Ambientale), è stata portata avanti un’indagine
sul DNA per identificare il genotipo della lupa.
La lupa, che non era mai stata campionata prima, è risultata
appartenere alla popolazione italiana di Canis lupus.
Da subito l’obiettivo che ci siamo posti è stato
quello di poter riabilitare Lilith nel minor tempo possibile e
permetterle il ritorno in natura.
Aggiornamento del 28 giugno 2013
Gli esami del sangue hanno dato un riscontro molto positivo: l'anemia
sta rientrando così come altri valori non nella norma.
Lilith ha iniziato ad interagire con l'ambiente esterno ed è
molto incuriosita dal bosco che ha intorno; i suoi progressi sono
evidenti e il fatto che stia accettando la cattività senza
stress le consentirà di avere una ripresa sicuramente migliore.
Guarda il video! https://www.youtube.com/watch?v=m_LosOusYaE
Aggiornamento 9 luglio 2013
Ad un mese esatto dal suo recupero Lilith ha cominciato a migliorare
a vista d’occhio e molto più velocemente delle aspettative
pertanto il 3 luglio è stata trasferita nel recinto di
riabilitazione.
In occasione della sedazione effettuata per il trasferimento,
l’animale è stato visitato dai veterinari del Centro
e sono state effettuatele radiografie e le analisi ematiche di
controllo.
La grave anemia era completamente rientrata e tutti i valori ematici
erano pressoché nella norma.
Le radiografie hanno mostrato come le fratture fossero ormai stabili,
infatti, i passi incerti e il deficit neurologico alle zampe posteriori
dovuto alle fratture del bacino, erano completamente rientrati
e Lilith ha ricominciato a correre senza apparenti difficoltà.
Anche dal punto di vista comportamentale ha recuperato completamente
tutti gli atteggiamenti tipici della specie, in primis l’elusività
ma anche l’estrema diffidenza nei confronti dell’uomo,
che le sarà preziosa alleata per proteggersi da chi, già
una volta, ha tentato di colpirla.
In questa fase il recinto, all’interno del quale Lilith
è stata controllata costantemente da alcune videocamere
all'infrarosso, è stato fondamentale per il recupero del
peso e del tono muscolare.
Guarda il video! https://www.youtube.com/watch?v=NA5arg98h3g
Aggiornamento 13 luglio 2013
La sera dell’11 luglio, al secondo e consueto controllo
della giornata, Lilith, mostrava un’anomalia dell’andatura.
Allarmati abbiamo tempestivamente contattato il nostro neurologo
di fiducia che altrettanto tempestivamente ha ritenuto opportuno
effettuare una risonanza magnetica.
Venerdì 12 luglio ci siamo recati presso l’Ospedale
Veterinario San Michele (LO) dove l’esame ha purtroppo evidenziato
una discospondilite tra la 12a e la 13a vertebra toracica ovvero
un'infezione a carico del disco intervertebrale che ha causato
una forte instabilità vertebrale e il conseguente rischio
di paralisi dell'animale.
Ciò che è capitato a Lilith nel recinto è
paragonabile a ciò che capita ad uno sportivo quando riprende
l’attività dopo un infortunio: il movimento naturale
della colonna vertebrale nei primi sei giorni di maggior attività,
infatti, ha inaspettatamente portato all'insorgere in maniera
iperacuta della patologia.
L'unica cosa che ci ha consolato è come la riabilitazione
nel recinto, e quindi in un più ampio spazio, abbia permesso
di mettere in evidenza una problematica che non si sarebbe altrimenti
manifestata e riconferma l'importanza, durante il percorso riabilitativo
di un animale che ha avuto traumi così rilevanti, di una
valutazione all'interno di un’area più estesa, prima
di decidere per il rilascio.
Eravamo tutti molto sconfortati per questa situazione poiché
sapevamo che necessariamente avrebbe portato Lilith a dover rimanere
in cattività molto più a lungo del previsto, aprendo
molti interrogativi sul suo futuro.
Insieme ai veterinari e all'ortopedico, che aveva vagliato anche
la possibilità di intervenire chirurgicamente sulla colonna
vertebrale, abbiamo deciso di non operarla visti soprattutto i
rischi legati alla chirurgia stessa. Lilith ha iniziato tutte
le terapie prescritte ed è stata nuovamente trasferita
nella struttura di degenza dove è stata tenuta a riposo
e sotto stretto controllo.
Eravamo consapevoli che la situazione era molto delicata e che,
qualora tutto fosse andato per il meglio, i tempi previsti per
la sua completa guarigione non sarebbero stati inferiori a 2 -3
mesi.
Aggiornamento 29 luglio 2013
Lilith, trascorse circa due settimane dalla risonanza magnetica,
si mostrava molto tranquilla, accettando di buon grado le cure
e la degenza.
Sono stati nuovamente effettuate le analisi del sangue di controllo,
che hanno evidenziato un notevole miglioramento dell’infezione;
inoltre, a seguito delle radiografie di controllo alla colonna
vertebrale, il nostro neurologo di fiducia ha ritenuto opportuno
ripetere la risonanza magnetica per valutare l’andamento
del suo delicato percorso di riabilitazione.
Aggiornamento 5 agosto 2013
Come previsto abbiamo portato la lupa Lilith all’Ospedale
Veterinario San Michele (LO) per ripetere la risonanza magnetica
di controllo.
Il veterinario neurologo, insieme a tutti noi, era stupito dall’incredibile
miglioramento avvenuto in un tempo così breve. L’infezione
alla colonna vertebrale, infatti, era notevolmente migliorata,
scongiurando il rischio della paralisi per cui si temeva.
Inaspettatamente però, tutti gli accertamenti svolti hanno
evidenziato l’insorgere di una grave problematica ad un
rene; è stata una fortuna che i veterinari abbiano potuto
riscontrare così tempestivamente la patologia in atto,
perché questo ha permesso loro di risolverla, intervenendo
con una chirurgia d’urgenza.
Nonostante un percorso così complesso e pieno di imprevisti,
non abbiamo mai perso la speranza di vederla nuovamente libera:
questa giovane lupa ci ha infatti dimostrato giorno dopo giorno
la sua grande voglia di vivere, la sua pazienza nell’accettare
di buon grado le cure e la sua incredibile tenacia tanto da riuscire
a riprendersi velocemente anche da questo ennesimo risvolto della
sua situazione. Dopo il necessario periodo di recupero post-operatorio,
visti i grandi miglioramenti di Lilith, il 18 agosto si è
deciso di trasferirla nuovamente nel recinto per riprendere finalmente
la sua riabilitazione motoria.
Aggiornamento 23 agosto 2013
Ancora una volta il destino si è mostrato avverso e purtroppo,
durante uno dei quotidiani controlli di routine, Lilith ha nuovamente
mostrato un peggioramento della sua deambulazione.
Il neurologo ha ritenuto opportuno ripetere ancora una volta la
risonanza magnetica per cercare di capire che cosa avesse portato
a questo nuovo peggioramento; il 28 agosto, a seguito delle risposte
avute dalla risonanza, Lilith è stata sottoposta ad un
breve ma delicato intervento chirurgico di decompressione del
midollo spinale: la disco spondilite che si era evidenziata nel
mese di luglio aveva provocato infatti una deformazione vertebrale
che, a sua volta, ha determinato uno schiacciamento del midollo
stesso.
Dopo altre tre settimane di terapia e assoluto riposo nella struttura
di degenza, Lilith ha finalmente ripreso una deambulazione corretta
e, con immensa gioia e soddisfazione di tutti noi, l’11
settembre è stata nuovamente trasferita nel recinto di
riabilitazione per il necessario periodo di monitoraggio prima
del rilascio in natura.
Il rilascio in natura
Vista la complessità del suo percorso riabilitativo, non
possiamo nascondere i nostri timori per una possibile nuova ricaduta
di Lilith, ma la forza di questa giovane lupa ci ha nuovamente
commosso e colpito.
A fine settembre è finalmente arrivato il giorno tanto
atteso e, con la commozione e la gioia di tutto lo staff, Lilith
è tornata libera tra i suoi boschi.
Quello ottenuto con la lupa Lilith è stato un risultato
molto importante anche in considerazione delle scarse informazioni
che si hanno sul destino degli animali recuperati e rilasciati
in natura, soprattutto dopo una riabilitazione così lunga
e complessa.
Proprio per questo il Centro Recupero Monte Adone, la Provincia
di Bologna e il Wolf Apennine Center del Parco Nazionale dell’Appennino
tosco-emiliano, hanno deciso di formalizzare un accordo di collaborazione
per il monitoraggio post rilascio di questo esemplare.
La lupa Lilith è stata infatti dotata di un radiocollare
satellitare GPS – GSM, dotato di meccanismo drop off (sganciamento
automatico dopo circa un anno e mezzo), fornito dallo stesso W.A.C.,
che permetterà di monitorare i suoi spostamenti e di documentare
la sua capacità di reinserirsi nell’eventuale branco
di appartenenza.
Nei mesi successivi al rilascio, le operazioni di monitoraggio
sul territorio (telemetria da terra, sopralluoghi, avvistamenti,
tracciatura su neve) saranno portate avanti dal Centro stesso,
in stretta collaborazione con gli agenti del Corpo di Polizia
Provinciale di Bologna e con il prezioso supporto dei tecnici
del W.A.C.
Quello di Lilith è per il Centro un grande traguardo che
ancora una volta ci parla della straordinaria voglia di vivere
di questi splendidi predatori e di come un costante lavoro di
squadra possa portare ad ottenere risultati incredibili.
Video: la storia della lupa Lilith https://www.youtube.com/watch?v=tcktSj9ypmA
Aggiornamento 19 Novembre 2013 - La morte di Lilith
Grazie alla fondamentale collaborazione tra il W.A.C., gli operatori
del Centro Recupero Monte Adone e la Polizia Provinciale di Bologna,
sono state portate avanti importanti operazioni di monitoraggio
sul territorio (fototrappolaggio, telemetria da terra, sopralluoghi,
wolf-howling) che avevano permesso già all’inizio
di ottobre di “catturare” Lilith in alcune immagini
video che hanno consentito di constatare le sue ottimali condizioni
di salute, il suo comportamento del tutto schivo nonché
la presenza stabile di altri lupi nel territorio da lei occupato,
un elemento che poteva essere favorevole al suo reinserimento
oppure ad un suo graduale allontanamento in cerca di un territorio
libero.
VIDEO: uno scorcio di libertà di Lilith
https://www.youtube.com/watch?v=orP4_6vUU-c
In una prima fase la lupa ha compiuto spostamenti piuttosto
limitati, occupando un’area di pochi kmq intorno
al sito di rilascio. Nella seconda fase, coincidente con
le ultime settimane, ha iniziato a compiere movimenti a lungo
raggio, dai 5 ai 20 km circa (stima minima basata sul collegamento
diretto tra successive localizzazioni GPS).
In data 6 novembre 2013 il collare GPS-GSM di
cui era dotata Lilith, come da programmazione, ha inviato via
e-mail le localizzazioni dell’animale relative ai primi
giorni di novembre, purtroppo però non portando buone notizie.
Le ultime localizzazioni mostravano uno spostamento consistente
di alcune decine di chilometri della lupa, dalle zone di Monzuno
attraverso il territorio di Monghidoro, fino alla zona di confine
con la regione Toscana per arrivare nel comune di Casalfiumanese
dove, in prossimità della S.P. 21 che va da Sassoleone
e Giugnola, la lupa Lilith era deceduta.
I collari GPS-GSM sono strumenti molto precisi e, oltre alla localizzazione
dell’animale sono in grado di rilevarne anche il decesso,
qualora questo rimanga immobile per oltre 6 ore; in questo caso
forniscono la possibilità di ritrovare con precisione l’esemplare
morto senza lasciare dubbi interpretativi sui dati registrati.
La mortalità viene infatti comunicata ai gestori del radiocollare
tramite una e-mail di allerta, la quale come oggetto riporta in
inglese proprio queste parole: “Rilevato evento di mortalità”.
Ricevuto il messaggio e trasformati i dati inviati dal collare
della lupa, il WAC ha avvisato tempestivamente il Centro Monte
Adone che, dopo aver allertato la Polizia Provinciale di Bologna,
immediatamente si è attivato per il recupero della carcassa.
La lupa si trovava a poche decine di metri dalla strada provinciale
e, grazie alle precise localizzazioni e all’ausilio dell’attrezzatura
per il radiotracking, intorno alle 18 è stata trovata accucciata
sotto ad un fitto cespuglio. Lilith era in ottime condizioni fisiche:
la folta pelliccia ormai invernale non mostrava più alcun
segno degli interventi chirurgici dei mesi precedenti e lo stato
di nutrizione era ottimale.
Controllando con attenzione il corpo, gli operatori del Centro
hanno notato subito una profonda lacerazione tra il collo e il
petto. Le radiografie, unitamente all’esame necroscopico
effettuato in data 8 novembre presso l’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale di Bologna, hanno escluso lesioni riconducibili a
colpi d’arma da fuoco, avvelenamento o ad un incidente stradale,
ma hanno evidenziato come la lacerazione presente fosse compatibile
con una ferita inferta da un cinghiale.
La morte della lupa Lilith non è quindi riconducibile ad
un incidente stradale, né ad un episodio di bracconaggio:
Lilith è morta per cause naturali. Dopo alcuni
giorni di digiuno dovuto al lungo spostamento effettuato, nella
lotta per la sopravvivenza Lilith ha avuto semplicemente la peggio.
Il dispiacere per tutti noi è sicuramente stato grande
e per chi conosceva la sua storia, tutto ciò può
apparire triste, ingiusto o prematuro rispetto alla sua liberazione,
avvenuta un mese e mezzo fa. Tuttavia queste sono le leggi della
Natura, a cui Lilith è tornata a rispondere dopo il suo
rilascio.
Quello ottenuto è stato un risultato molto importante,
anche in considerazione delle scarse informazioni che si hanno
sul destino degli animali recuperati e rilasciati in natura, soprattutto
dopo una riabilitazione così lunga e complessa.
A seguito della ricomparsa e soprattutto dell’aumento dell’areale
di distribuzione della specie, verificatosi lentamente nel corso
degli ultimi venti anni, il rinvenimento di lupi in cattivo stato
di salute, feriti o avvelenati è diventato un evento sempre
più comune in Appennino settentrionale. Tali eventi consentono
la raccolta di informazioni relative a fattori di maggiore vulnerabilità
per la specie, fondamentali per poter sviluppare efficaci programmi
di conservazione. In questi casi l’efficacia e la tempestività
degli interventi sono necessari per poter intervenire adeguatamente;
in particolare, nel caso di un lupo ferito, la rapidità
e l’adeguatezza dell’intervento sono fattori fondamentali
per il potenziale recupero dell’esemplare allo stato naturale.
D’altra parte, il recupero e l’eventuale liberazione
di un esemplare di lupo ferito richiede l’integrazione di
competenze e professionalità diverse; all’indispensabile
professionalità del medico veterinario esperto nella cura
di animali selvatici, devono essere associate le competenze di
biologi che monitorano la popolazione sul territorio e che sono
in grado quindi di utilizzare informazioni aggiuntive, quali ad
esempio la presenza di nuclei familiari stabilmente presenti e
a cui il lupo possa appartenere, che consentano di massimizzare
il successo di una reintroduzione in natura, stabilendo tra le
altre cose anche quale sia il momento ed il luogo migliore per
la liberazione.
Su questo fronte, il caso della lupa Lilith ha indiscutibilmente
dato avvio a una preziosa collaborazione tra soggetti diversi
(pubblici e privati) che, superando con determinazione e caparbietà
la frammentazione e i confini delle competenze istituzionali,
consentirà senza alcuna ombra di dubbio anche in futuro
altri interventi di soccorso a lupi in difficoltà nell’area
dell’Appennino tosco-romagnolo.
Capisco che l'idea della
libertà abbia negli uomini un significato fantastico, ma
la realtà non sempre mi porta a credere che l'astrazione
sia la giusta via ... la mia coscienza mi porta a riflettere su
situazioni del mondo parallelo a quello dei Lupi, che vivo quotidianamente.
Una malattia portata dalle zecche? Non so di quale parlino, ma
se è la stessa che colpisce i Cani, può essere mortale
se non tenuta sotto controllo annuale ed effettuato, sempre annualmente,
il ciclo di antibiotici specifici per detta malattia. Utile da
sapere che questa malattia, può manifestare anche improvvisamente,
sintomatologie che ''danno ordine immediato'' a controlli e cure,
e i controlli possono diventare mensili. Una Piastrinopenia se
non tenuta a bada, è causa di decesso entro pochissimi
giorni.
Seppur la Lupa Lilith era
guarita a livello neurologico, io non l'avrei mai rilasciata.
A parte la paura che non riuscisse a reinserirsi nel Branco, e
che questo l'avrebbe portata a dover intraprendere una vita in
solitaria se un altro Branco non l'avesse accettata, con tutto
quel che comporta psicologicamente la solitudine per un Animale
sociale e le difficoltà vere e proprie per la sopravvivenza,
i pericoli di un calo di piastrine improvviso sono sempre alla
porta.
Fortunatamente, da una
parte, non sembra che sia stata la malattia la causa della sua
morte (almeno così non è stato pronunciato), ma
una ferita causata forse da un Cinghiale... la vita in solitaria
è più dura di quanto un uomo possa mai pensare ...
per sopravvivere bisogna cacciare ... e ogni Animale difende il
suo stato a prescindere da tutto.
Lillith ha
perso sulla Vita!
Ultima nota riflessiva,
purtroppo non consolatoria: La Lupa vaga per parecchio tempo nella
zona del rilascio, la Lupa non aveva mostrato disagio comunicativo
con gli umani nel periodo di degenza, il che mi fa pensare all'attesa
del Cucciolo che ''bravo bravo'' aspetta il ritorno degli adulti,
il Cane che aspetta a casa il ritorno dei suoi familiari umani...la
Lupa ''muore per cause naturali'' - Lilith
è morta per cause naturali. Dopo alcuni giorni di digiuno
dovuto al lungo spostamento effettuato, nella lotta per la sopravvivenza
Lilith ha avuto semplicemente la peggio.
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