Lezione n°1
Per prima cosa dobbiamo essere in grado di
riconoscere il livello di crescita neotenico del nostro Fratello
Cane, al fine di porci in maniera corretta dinnanzi a lui.
Le razze sicuramente ci aiutano ad avere un’idea approssimativa,
ma non sottovalutiamo mai la singolarità propria di ogni
individuo.
La conoscenza del livello di crescita mentale è fondamentale,
dato che, se ci troviamo di fronte ad un piccolo adulto, dovremo
comportarci in un modo, se ci troviamo invece di fronte ad un
eterno PeterPan, dovremo comportarci in maniera diametralmente
opposta. Ma in entrambi i casi dobbiamo essere per lui la guida
a cui affidarsi.
Bene! Accertata la natura di Fratello Cane,
siamo pronti per cominciare.
Parlando di linguaggio naturale, andiamo a
porci le prime domande:
perché un cucciolo si accoda alle gambe di mamma?...
la risposta è semplice: perché è la sua
fonte di vita; perché un cucciolo dovrebbe seguirci?...
perché ha perso la sua mamma e cerca di identificarla
in noi; cosa chiede un cucciolo alla sua mamma?... cibo, amore
e protezione.
Cosa apprendiamo da queste risposte?... che dovremo essere il
faro di Fratello Cane. Prendendoci l’impegno di accudirlo,
di crescerlo, educarlo e assisterlo in tutto, abbiamo nei suoi
confronti un obbligo che va ben oltre il sacrificio.
Appurata la coscienziosità nel nostro
operato, caliamoci nei panni di ‘mamma’ o per meglio
dire in quelli ‘lupo-balia’.
La balia di fatto si prende cura dell’infante in assenza
di mamma, parimenti il lupo-balia, si prende cura dei cuccioli
in assenza di mamma. I cuccioli seguono lupo-balia come se seguissero
la loro mamma, e questo perché egli elargisce loro, cibo,
amore e protezione.
Riconosciamo i primi atteggiamenti di intesa
fra i cuccioli e le mamma, fra i cuccioli e le balie.
I cuccioli in natura leccano la loro guida sulla labbra per
avere cibo, i cuccioli nati con l’uomo, leccano le sue
mani per avere cibo. Le mani dell’uomo sono l’alter-ego
della bocca del lupo; le mani dell’uomo porgono il cibo
al cucciolo come fa la vera mamma usando la bocca. La mano dell’uomo
che contiene cibo, odora di cibo, e normalmente per evitare
che questo fuoriesca, la mano viene tenuta chiusa (pugno); nel
momento in cui viene aperta, il cibo appare e può essere
consumato. Nulla di diverso dalla bocca della mamma dei cuccioli.
Teniamo sempre a mente
la similitudine fra le mani dell’uomo e la bocca
di mamma-lupo. |
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Ma la bocca viene usata anche per fermare,
per pulire, per guarire, per scaldare.
Fermare il cucciolo che sta osando troppo, pulire il cucciolo
dalla sporcizia, dare sollievo alla sua pancina intasata, curargli
una ferita, ristabilire la temperatura corporea nel cucciolo
infreddolito.
Le mani dell’uomo, possono svolgere le stesse azioni.
L’unica grande differenza sta nella trasmissione di emozioni
nei movimenti: i movimenti dell’uomo possono essere ora
fluidi e delicati, ora rabbiosi e imprudenti, ora pacati e rassicuranti,
ora nervosi e insicuri. La bocca di mamma-lupo non sarà
mai rabbiosa, nervosa o insicura, la sola alternativa alla dolcezza
che trasmette è la determinazione. La fermezza di un
atteggiamento infonde sicurezza, al contrario di un atto nervoso
che produce solo sfiducia.
Credo che già riuscire ad acquisire
la fiducia del nostro piccolo Fratello Cane, non sia cosa da
poco, per cui penso sia opportuno fermarci qui e lavorare almeno
un paio di settimane per far si che ciò diventi una realtà.
Se in questo periodo di tempo avremo lavorato in modo naturalmente
degno, vi do appuntamento per la prossima lezione, ove ci porremo
l’interrogativo del perché un cane dovrebbe eseguire
una chiamata e una condotta al piede. E se vi rimane un po’
di tempo, vi invito a leggere ‘Alfa, questa sconosciuta’,
un libro nel quale descriviamo il passaggio da Lupo a Cane e
le similitudini, ancora molto vive, fra loro. A dicembre 2010
è prevista la pubblicazione della seconda parte di questo
lavoro: "Lupi allo Specchio - Ascoltando la Natura.
Buon lavoro!
Lezione n°
2
Non esiste una regola magica capace di rompere
l’incantesimo fatto dalla strega cattiva al cucciolo che,
nonostante la grande bontà mostrata nei suoi confronti
dai suoi compagni umani, lo rende inspiegabilmente dominante,
disubbidiente e incredibilmente irriconoscente, tanto da far
venire l’esaurimento nervoso, ai suoi accompagnatori,
il solo pensiero di portarlo a spasso o di scioglierlo in un
prato, oppure, in opposto all’esaurimento, li induce alla
totale incoscienza, compagna del menefreghismo, di gironzolare
fra le strade e di disciogliere poi in un prato, una creatura
senza controllo.
Se anche i vostri pensieri sono questi, siete
ad anni luci dall’acquisizione di una conoscenza del Naturale.
- in America e nei paesi del Nord, se un cane,
anche solo accidentalmente, graffia un passante, viene soppresso
-
Per prima cosa, essere buoni nei confronti
di qualcuno non vuol dire fare il suo bene. Spesso ci si nasconde
dietro al buonismo per camuffare una forma esagerata di egoismo
e di insicurezza. Chi si professa buono, molto spesso non lo
è, molto spesso ‘la sua ragione’ sta nel
fatto che non vuole mettersi in discussione, il che porta a
non dover combattere contro la propria coscienza.
La persona egoista/insicura è disposta a soprassedere
su tante cose sbagliate e solo se messa alle strette, aggira
la causa del problema curandone esclusivamente l’effetto.
È più facile convincersi del fatto che ad uno
spirito libero, quale un cane nordico, o ad un cacciatore, quale
un setter, o ad un piccolo terrier, è innaturale dare
un’educazione, che accettare il fatto che l’uomo
e il cane di questa situazione non siano un branco. La caccia
si fa insieme, le esplorazioni si fanno insieme. L’indirizzo
di caccia e di perlustrazione li dà il leader.
Voler bene a qualcuno, vuol dire provvedere
al suo bene, agire per il suo bene; accettare il suo essere
per quello che è e non per quello che si vorrebbe che
fosse, il che non esclude che bisogna dar lui un indirizzo di
vita sociale. Voler bene vuol dire avere rispetto.
Il pensiero del buonista, non è un pensiero che include
il rispetto, né di se, tantomeno degli altri. E allora,
come può un Animale che basa la sua sopravvivenza sul
rispetto avere considerazione di una persona così?
Perché un cucciolo corre incontro alla
sua mamma felice e festante?... perché un subalterno
corre incontro al suo leader felice e festante come un cucciolo?...
perché in natura non c’è bisogno di un giardino
recintato per non far allontanare i membri del branco dalla
zone rendez-vous?... perché in natura, cuccioli e adulti
seguono il leader senza bisogno del guinzaglio?...
Fratello Cane non è diverso da Fratello
Lupo se non dal suo livello di crescita neotenico, ma che sia
un piccolo adulto o un eterno PeterPan, ha sempre rispetto del
suo leader.
In natura, il leader non si accuccia all’arrivo
dei subalterni, scodinzola semmai, assume degli atteggiamenti
che esprimono contentezza, e, nel momento della riunione, si
esibisce con loro in un rituale di danze. Spesso accade che
i subalterni, si infilino sotto il suo costato in atteggiamento
di richiesta di protezione che Egli è ben felice di elargire.
Al termine dei saluti, insieme si spostano e si incamminano
- i subalterni senza mai oltrepassare il leader - verso ‘le
zone di riposo’ per giocare o per godere l’un l’altro
della reciproca compagnia.
Ma all’origine di questo comportamento
collettivo c’è un rispetto individuale e al contempo
generale che non collima con il buonismo e il permissivismo,
no, è un sentimento molto più intenso e naturalmente
semplice che lega l’intero branco.
Tornando all’inizio
della lezione, è facile capire come la regola magica
non può essere altro che il rispetto. Viene da
se annotare, che il cane che sovrasta il suo conduttore
nella condotta e non risponde al richiamo di quest’ultimo,
subisce un problema gerarchico. |
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Le
condotte naturali dei nostri Saarloos
Nel prossimo incontro vorrei parlare dell’attesa.
Lezione n°
3
Abbiamo parlato delle zone di riposo, che altro
non sono che il giardino di casa. Leggendo gli stadi neotenici
e riallacciandoci ai discorsi appena fatti, sappiamo che Fratello
Cane conosce il restare a casa in attesa del rientro del leader.
E allora perché nelle famiglie cittadine a volte questo
non avviene?...
Voglio raccontarvi una storia vera:
‘C’era una volta un Maremmano, età sette
mesi, che proprio non digeriva il fatto di restare a casa quando
la sua famiglia usciva… mi viene subito da pensare che
forse, quando loro erano assenti, lui non si sentiva al sicuro,
e se non si sentiva al sicuro, era forse perché i suoi
familiari non erano stati in grado di infondere in lui la sicurezza
del rientro; forse più volte si sono attardati; forse
alcune sere non sono rientrati… poi, un giorno, a far
visita al Maremmano vennero i ladri, e da quel momento in poi,
le sue proteste si moltiplicarono.
Fatto sta che la situazione, divenuta insostenibile, portò
la famiglia all’esasperazione e il Maremmano si rivoltò
alla mano del padrone.
Analizziamo i fatti:
il Maremmano è neotenicamente un secondo stadio, adora
quindi stare nel giardino di casa, cucciolone negli atteggiamenti
e nelle fattezze, davvero non è un leader. Non lo è
nel dna e tanto meno nella testa. È un fanciullone che
se messo alle strette reagisce, ma se può evita di buon
grado. È un buon guardiano, ma all’età giusta
non a sette mesi.
In molti sono portati a trattare il grosso cane bianco come
tratterebbero un maltesino, viene da se, quale conflitto interiore
può provocare nella creatura. Questi atteggiamenti oltremodo
vezzosi nei suoi confronti lo inducono a credere nella sua forza
di leader. Ma leader non è, e quindi ecco che prende
il via la destabilizzazione. In più, se deve essere leader,
è lui che deve guidare il branco fuori casa… ve
lo immaginate che squilibrio interiore nel povero Maremmano?...
non è leader per natura, ce lo fanno credere e il branco
esce senza di lui…
Rimasto a casa, all’età di sette mesi viene aggredito
dai ladri… povero maremmanino, lui che si credeva un leader,
ma leader non poteva essere, è stato brutalmente fatto
rientrare nei ranghi… il cucciolo tornato immediatamente
cucciolo, non sentendosi protetto da un branco cosa poteva fare,
cosa poteva pensare se non ‘dov’è il mio
branco?’... di sicuro non era con lui!
Il Maremmano dopo pochi giorni di acuta osservazione
da parte dei geni fra i geni della lampada, fra cui dottori
con tanto di laurea, è stato soppresso con tanto di bollo:
CANE CATTIVO.
L’attesa a casa, è una cosa naturale
alla quale Fratello Cane è atavicamente abituato, se
il branco ospitante è naturalmente equilibrato.
Esorto tutti a pensare prima di agire, e vi
invito a riflettere una volta in più piuttosto che una
in meno.
Alla prossima, fra quindici giorni, con l’attesa
in un’altra casa, grazie!
Lezione n°4
Esistono famiglie numerose e famiglie formate
da soli due componenti. Anche se sono dell’idea che il
nucleo famigliare debba restare sempre unito come concepisce
la Natura, capisco che ciò potrebbe, in alcuni casi,
non accadere, è quindi utile abituare Fratello Cane a
familiarizzare con altri esseri umani, che potrà riconoscere
come membri di un branco amico confinante con il territorio
di sua appartenenza, e che, all’occorrenza, lo ospiteranno
nel loro.
Tutto deve sempre avvenire attraverso piccoli passaggi, in modo
da non far sentire il distacco dal nucleo familiare in maniera
incisiva. Non ha importanza il luogo ove avviene la conoscenza
fra i branchi, certo è che se questo è di comune
familiarità è meglio, ma dopotutto la differenza
la fa esclusivamente il legame che si creerà tra Fratello
Cane e i nuovi amici.
Deve crearsi fra loro quella particolare forma di attaccamento
che già unisce il branco di appartenenza. Una forma di
fiducia che porta l’ospite a sentirsi a casa.
Di interessante approfondimento l’articolo ‘Psicologia
umana e psicologia canina’
Fra quindici giorni la spartizione del cibo
Lezione n°5
È ormai nota a tutti la sequenza educativa
del lupo adulto che rientra dalle cacce e rigurgita per i piccoli
il cibo. E credo sia nota a tutti anche la spartizione della
preda catturata, fra i soggetti del branco, divisa a seconda
del ruolo di appartenenza: alfa beta ecc ecc il lupo omega mangia
per ultimo su concessione degli altri.
È uso comune della gente comune tenere Fratello Cane
lontano dalla mensa. Non sono d’accordo.
È vero che in natura l’ultima ruota del carro mangia
per ultima, ma in una famiglia composta da animali più
evoluti, non ritengo necessario il dover relegare il cane nell’angolo
al momento del desco.
Ritenendo Fratello Cane un membro importante nel branco, un
eterno cucciolone da accudire ed educare, da proteggere e da
amare, mi piace l’idea di spartire con lui il mio cibo.
Seguendo l’idea del rigurgito al piccolo, mi piace spezzare
il mio pane con la creatura che ho accanto, mi fa sentire l’adulto
che rientra dalle cacce e, come primo pensiero, provvede ad
accudire i piccoli rimasti nelle zone rendez-vous.
Se fra me e il piccolo esiste rispetto non ci sarà irruenza
da parte del piccolo nel voler accaparrarsi del cibo, ci sarà
invece una forma di diligenza costruita esclusivamente su un
fatto di fiducia ‘il piccolo sa che riceverà cibo
e non sarà con l’insistenza delle leccate o delle
zampate ad averlo… il lupo adulto non elargisce cibo fino
a che non si trova nel punto da lui deciso.’
Nel momento in cui daremo la razione di pappa al nostro piccolo,
come fanno gli adulti o gli alfa con i subalterni, non andremo
più da lui a togliergliela, un adulto non ha ripensamenti,
non gioca con il cucciolo come fa il gattino con lucertolina
quando la cattura e la libera solo per catturarla ancora e così
fino a che non sarà stufo di giocare ai giochi di predazione.
La pappa elargita è del cucciolo e solo gli insicuri
e gli stolti vanno a mettere le mani nelle ciotole, curiosi
di conoscere la reazione, valutare il carattere e semmai discutere.
La reazione del cucciolo, nella migliore delle ipotesi, sarà
di avvertimento e di difesa della pappa, ringhierà e
a ragione, nella peggiore, se ne allontanerà sminuito
nell’essere.
Domanda:
- mamma e papà hanno mai tolto la pappa al bambino e
giocato a togli e metti per valutare il carattere del proprio
figlio e semmai spanciarlo se questi urlava?
Dove dorme Fratello Cane?... fra due settimane, grazie.
Lezione n°6
Nascono in una culla , dormono l’uno
accanto all’altro nell’incavo del grembo di
mamma.
Sonnecchiano nelle zone rendez-vous non necessariamente
vicini, ma a vista.
Al calare della notte si ritirano nella tana o rimangono
lì fuori, uno di fianco all’altro.
Quando il cucciolo entra in casa, ha
appena lasciato mamma e fratelli, isolarlo al di fuori
della stanza, è come rinnegarlo… un cucciolo
tolto alla sua famiglia naturale o un adulto abbandonato
dalla famiglia di appartenenza hanno bisogno del calore
di un altro corpo per sentirsi parte di quel corpo e non
‘isolàno, isolato ed esule’. |
Se ne avete voglia fra quindici giorni giochiamo
con Fratello Cane
Lezione n°7
Il gioco non è quel qualcosa che serve
per ingannare il tempo oppure quel qualcosa che va imbastito
per far stancare l’amico quattro-zampe, no assolutamente
no. Il gioco ha per Fratello Cane un valore, e più va
avanti e più ne acquista, di vitale importanza. Attraverso
il gioco impara a comportarsi con il suo branco, impara azioni
che in un futuro potrà attuare per condurre una vita
degna di essere vissuta, impara a dosare le qualità caratteriali
e a trasformale in positività assoluta.
Il Lupo-Balia, sostituisce i genitori nell’insegnamento,
quando questi gli affidano i loro cuccioli. Noi siamo il Lupo-Balia
che si prenderà la briga di fare da precettore.
A seconda della razza a cui appartiene il nostro beniamino,
i nostri giochi dovranno diversificarsi: è inutile insegnare
ad un carlino la predazione, neotenicamente non raggiunge quello
stadio di crescita, e se amerà sgrullare i nostri pantaloni,
non è un atto predatorio che stiamo osservando.
Il fatto di sgrullare è si un atteggiamento di aggressività
che può scaturire conseguentemente alla stimolazione
sulla perdazione, ma solo se si passa al gioco della lotta.
L’aggressività che il carlino conosce per crescita
neotenica è mostrata puramente nello spintone e/o in
un ipotetico abbaio acuto. L’aggressività scaturita
da un istinto di lotta, se il carlino in questione amerà
lottare con i nostri pantaloni, sarà un chiaro segnale
di dominanza.
L’insegnamento della predazione sarà invece utile
alla crescita di un soggetto più evoluto appartenente
a razze particolari fra le quali sono da escludere quelle da
presa, poiché in loro, il passaggio al successivo livello,
la lotta, è sempre in agguato.
La predazione non è quel fantasma da esorcizzare di cui
gli inetti parlano, ma il semplice rincorrere qualcosa in movimento;
la predazione cessa nel momento di arresto del movimento. Giocare
sulla predazione fra un ostacolo e l’altro di un percorso
di agility o fra un albero e l’altro in un percorso naturale
nel bosco, è un tornare ai giochi d’infanzia dimenticati
nel tempo che fu. L’acchiapparella.
http://www.canelupodisaarloos.eu/riflessioni.htm
Da non confondere gli atteggiamenti scatenati
con da una predazione con quelli scatenati da un richiamo sul
temperamento: una pallina che corre via, prima o poi si fermerà
rimanendo inanimata, se Fratello Cane sarà ancora interessato
a lei dopo che il moto è finito, non è predazione
ma temperamento (capacità di creare e di reagire ad uno
stimolo esterno).
Il gioco della lotta deve includere il totale
controllo e la conoscenza specifica del limite del dolore.
Il profano non deve assolutamente insegnare
questo tipo di gioco a soggetti con capacità di sopportazione
del dolore elevata e sensibilità bassa, il profano non
dovrebbe neanche entrare in contatto con queste particolari
razze e/o soggetti. La persona esperta invece è in grado,
durante l’insegnamento, di favorire l’apprendimento
del limite da non oltrepassare mai, facendo rimanere il gioco
un gioco e non una conoscenza per il bagaglio culturale potenzialmente
utile in una vita al di fuori di quella con l’uomo.
Molto impegnativo l’insegnamento del
riporto di oggetti, lavorati sia sulla predazione (sempre la
razza e il particolare soggetto ci faranno da consiglieri) sia
sul temperamento, richiedono tempo e pazienza se il rapporto
fra noi e Fratello Cane non è corretto.
E perché tralasciare la ricerca?...
il primo senso che Fratello Cane mette in atto alla sua nascita
è l’olfatto, veder lavorare il naso di un quattro-zampe,
sentire quel tirare su e giù e quegli sbuffi da ciminiera,
e musica per l’orecchio di chi sa ascoltare.
E non da ultimo, l’unirsi in una condotta
al piede dopo una stimolazione sulla predazione, o un richiamo
sul temperamento o ad una richiesta di cibo.
Gli accenni fatti su particolari tipi di gioco,
educheranno Fratello Cane sul rispetto dei ruoli gerarchici
e sulla comunione d’intesa obbligatoria in un branco sano
ed equilibrato.
A risentirci fra due settimane con le cure parentali.
Lezione n°8
Momenti di intimità che rafforzano il
rapporto.
La ferita che abbiamo sulla mano e che Fratello Cane incessantemente
ci lecca, è una cura parentale. Se Fratello Cane non
tenesse alla nostra salute, non lo farebbe. Parimenti, il nostro
medicare una sua ferita, esprime considerazione per lui.
Nel caso in cui Fratello Cane non accettasse una cura parentale,
è un chiaro segno di sfiducia nei confronti di chi la
sta effettuando.
Molte volte si dice ‘se il cane viene
a chiederti attenzioni, sinonimo in alcuni casi di cura parentale,
devi ignorarlo, perché devi essere sempre tu a decidere
quando porre a lui attenzioni’. Come sempre i luoghi comuni
esprimono la totale ignoranza della mente di chi li ha partoriti.
Esiste l’atto di dominanza ed esiste la richiesta di considerazione.
A tal proposito voglio fare una domanda : ‘se vostro figlio
vi chiede attenzioni per un malore o per semplice bisogno di
un contatto con voi che siete la sua Luce, lo rifiutate?’
È vero che bisogna saper leggere fra le righe e che capire
un animaletto della nostra stessa specie è più
facile, ma è pur vero che tanti bambini crescono nell’isolamento
della propria stanza e solo quando diventano grandi, rappresentano
stimolo di conversazione o oggetto di sfruttamento atto a sostituire
le forze perdute, finite fra le pagine di favole mai lette.
Non c’è da sbalordirsi se quel bambino di un tempo
o il Fratello Cane non più cucciolo, si rivoltano al
bisogno di attenzioni della Luce che non brilla più.
Carezzare Fratello Cane, prendersi cura di lui, gratifica e
nobilita la persona che compie l’azione, sempre che quest’azione
sia fatta per puro altruismo e con conoscenza dell’argomento.
Arowen
ed Eowyn: le pulizie
Arowen
e Faal: le pulizie
Nel prossimo appuntamento andiamo in macchina
Lezione n°9
La macchina. Diligenza per sicurezza.
Mi spiegherò con un esempio: ‘il neonato viene
trasportato in macchina, nell’apposito porte-enfant, da
più grandino verrà assicurato nel seggiolino per
auto, e poi arrivato alla giusta età, gli verrà
insegnato a rimanere diligentemente seduto nel posto passeggero
del sedile posteriore al sedile del guidatore, assicurato alla
cintura di sicurezza.’
Non amo le cinture di sicurezza per Fratello
Cane, non le trovo adeguatamente sicure. Preferisco rimanere
legata alla fase del porte-enfant e dei seggiolini. Parlando
di accessori PET , traduco con trasportino, ossia un lettino
viaggiante o cuccia se preferite.
Se il trasportino proprio non è digerito dal bipede di
Fratello Cane, consiglio il vano posteriore ai sedili passeggeri
posteriori al guidatore.
Nella maniera più assoluta è concepibile la negligenza
in auto. Non ci sarà sempre qualcuno che possa farci
da accompagnatore o da guardiano o da orco capace di tenere
a bada l’ineducato compagno quattro-zampe… e se
l’uscita fosse obbligatoria per necessità di vita
o di morte, come potremmo fare ?
Se il nostro Fratello Cane soffre la macchina,
con un cucchiaino di zucchero prima di salirci, gli passerà
il mal di stomaco.
È arrivato il momento di affrontare il veterinario.
Lezione n°10
Il veterinario non è il mostruoso medico
di noi fanciulli dell’epoca, che per farci stare buoni
o farci mangiare tutto quel che ci veniva servito nel piatto,
usavano come spauracchio. Il veterinario è un amico che
ama i suoi pazienti e cerca di interpretarne al meglio le sintomatologie.
Quel che più disturba Fratello Cane
dell’ambulatorio è forse un odore molto particolare
di disinfettante, ma non solo. Soprattutto se la visita dal
dottore viene effettuata esclusivamente in momenti di malessere,
questo può far associare il posto a qualcosa di negativo.
Se invece così non fosse, la negatività può
essere associata alla presenza di altri pazienti alquanto irrequieti,
la quale irrequietezza non deve essere necessariamente scaturita
da un malessere ma semplicemente dal fatto che fuori dal loro
ambiente non si sentano al sicuro, oppure, a causa del forte
odore del luogo (questa volta non di disinfettante) che non
è altro che l’insieme di tanti odori di animali
(da non confondere con quella che molte persone definiscono
‘puzza’).
L’olfatto del cane è di gran lunga più elevato
di quello umano, quindi non necessariamente i pazienti devono
‘puzzare’, basta l’odore che viene emesso
conseguentemente all’emozione vissuta. Fratello Cane individua
tutte le nostre ‘puzze’ derivate dallo stress emotivo.
Come per tutte le cose la miglior cura allo stress è
il riferimento sul quale contare per uscirne, il leader.
L’abitudine farà il resto.
Di grande aiuto all’accettare di essere manipolato
da un estraneo (che mette le mani dove normalmente nessuno
le mette) è l’abitudine ad essere maneggiato
dal leader (un po’ come fa la mamma con i cuccioli
o il branco in generale nelle cure parentali per i rinsaldi
gerarchici).
Un
Saarloos dal veterinario
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La lezione n°. 11 sarà quella conclusiva
di questo bignami di consigli che spero abbiate trovato utili.
La prossima volta cercherò di presentare attraverso alcuni
spunti sulle fasi evolutive della crescita, i momenti per cambiare.
Lezione n°11
Nella crescita di un individuo dobbiamo rispettare
le fasi di sviluppo dal punto di vista biologico, fisico e psichico,
in maniera naturale. Il neonato verrà alimentato con
latte materno e adeguatamente coccolato e tenuto al riparo da
tutto e tutti. Crescendo la sua alimentazione cambierà
e così pure le esigenze di relazione con il mondo ospitante,
le cure della mamma, nonché le sue attenzioni nei confronti
della creatura che cresce.
Varierà l’alimentazione trasformandosi in più
complessa, diminuendo nel primo alimento all’epoca della
nascita indispensabile ed insostituibile, il latte, ampliandosi
in qualità e quantità di altri generi alimentari.
E di pari passo, muteranno le attenzione dovutegli e da lui
richieste.
Un adulto non potrà sostenersi mangiando
solo latte e non avrà più bisogno di continue
attenzioni da parte della mamma.
Le cure necessarie per un neonato, un domani, in età
diversa, possono degenerate, se mantenute allo stesso livello,
in coercizione o sottomissione.
Ma anche se esistono alcune similitudini indiscutibili
fra uomo e cane, il grado di evoluzione finale, fa la grande
differenza fra le due specie animali. Fratello Cane non sarà
mai un ingegnere, anzi, non riuscirà neanche a fare la
prima elementare. Saprà aspettare a casa il ritorno di
mamma, preferendo si il seguirla nelle uscite, ma accettando
diligentemente il restare. Amerà i momenti di intimità
ma capirà che c’è un momento per ogni cosa.
Saprà comportarsi correttamente in strada, seguendo il
piede di chi lo guida, saprà comportarsi correttamente
in casa con ospiti identificati come ‘branchi amici’.
Saprà partecipare a giochi ed iniziative comprensibili
dal suo livello di sviluppo. Non saprà riconoscere i
sensi di colpa degli esseri umani e i loro intriganti sotterfugi
per raggirare la sua purezza. Non saprà obbedire ad un
subalterno ma al contrario saprà educarlo come la natura
gli ha insegnato. Non sarà in grado di capire un cambio
repentino di abitudini ma saprà invece accettarlo se
avvenuto in maniera graduale. Non sarà un eterno infante
ma neanche un intellettuale!
Non esistono regole d’oro per convivere
con un animaletto intellettualmente millenni indietro al sapiens,
se non quelle ch’Egli conosce per via genetica.
Come sempre il rispetto delle anime, la semplicità
nell’agire e la sicurezza della guida sinonimo di punto
fermo a cui fare sempre affidamento e da cui imparare, fanno
la differenza nell’educazione e nell’equilibrio
di crescita.
Sui nostri canali
youtube Stella
Grigia e
Il
Cane Lupo di Saarloos, vimeo
Paolo
Caldora e sul sito
www.stellagrigia.com
si possono vedere alcuni momenti dimostrativi del nostro modo
di vivere con Fratello Cane, che sia casalingo, sportivo o puramente
goliardico, in cui il linguaggio è sempre quello naturale.
La scuola rimane a disposizione di tutti coloro
sono interessati ad approfondire il linguaggio naturale di Fratello
Cane.
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