Christal - L'Amico del Lupo -
Ciao Paolo, come è andata al campo oggi? - Mi dice Barbara quando
rientro a casa. Passo
in veranda, mi infilo i pantaloncini e la maglietta, incalzo gli zoccoli
e, finalmente la mia pelle respira. Di anno in anno sopporto sempre
meno l’estate: l’afa, il sudore, i vestiti che s’appiccicano
addosso; l’unica cosa che acquieta la mia temperatura corporea,
è l’ipotesi, o illusione se preferite, di poter entrare
in una pozza d’acqua e rimanerci dentro finché non arriva
l’inverno, oppure, meglio ancora, entrare in un frigorifero, e
stare lì, seduto fra i ghiaccioli del freezer, finché
il fon che alita vorticosamente là fuori, non si fonde e muore. -
Cosa guardavi? – Le chiedo. Clicco sulla freccia indietro e, due occhi di lupo mi ipnotizzano. Nella mia mente si fa ‘il vuoto’. Non riesco a pensare, sono completamente rapito da quello sguardo. - Paolo? - A
destarmi è la voce di Barbara. - Non volevo fartela vedere, però quel Lupo ha qualcosa di particolare… non ti sto dicendo di portarlo a casa, lo so che siamo tanti e siamo alla stremo delle forze, ma, dico io, non possiamo fare qualcosa? – Le
parole di Barbara rimbombano nella mia testa ‘non si può
fare qualcosa’. Vorrei fare qualcosa, anzi, ne vorrei fare tante,
e sono le solite cose che offuscano i miei pensieri, intorno alle ingiustizie
o sulle incongruenze delle persone che abbandonano i Cani senza provare
vergogna e rimorso. ‘Non si può fare qualcosa’. E
mentre penso e ripenso, mi torna in mente una lezione che proprio questo
pomeriggio ho tenuto al campo con Titti e i suoi due Cecoslovacchi:
Elvyys e Akylah. - Ma lo sai che proprio oggi, Titti mi ha parlato di questo Cane. – E Barbara da brava filosofa-mistica che non crede al caso, mi ha risposto: ‘vogliamo informarci?’ Serio
e impenetrabile, con lo sguardo glaciale, smarrito nel nulla, Paolo |